Protezione speciale a richiedente nigeriano per invivibilità della zona di provenienza (Delta del Niger) e durissimo percorso migratorio
Tribunale di Genova, decreto del 27 luglio 2022
Il Tribunale di Genova riconosce la protezione speciale al richiedente nigeriano chiarendo i molteplici motivi per cui è giustificabile accordare il rilascio del titolo di soggiorno. Nello specifico:
“A) sotto il profilo oggettivo, delle condizioni di invivibilità dell’area di provenienza. Al riguardo, deve darsi atto della grave crisi ambientale che affligge tutta l’area del Delta del Niger, di cui fa parte anche il Delta State…Qui è presente l’olimpo del mercato del petrolio internazionale: Shell, Totale, Eni, Repsol, Bp, Chevron, Exxon Mobile, sono solo alcuni dei grandi nomi del settore operanti in quest’area… Un’immensa ricchezza di riserve che non corrisponde però ad altrettanto immensi vantaggi per la popolazione locale. Al contrario, quest’ultima vede soltanto briciole dall’attività estrattiva e, per giunta, deve anche convivere con un inquinamento ambientale sempre più evidente e deleterio.
Il Delta, dagli anni ’50, assiste ad un progressivo deterioramento del proprio ecosistema, con ricadute tragiche per la popolazione dovuto non solo ai giacimenti, ma anche alle condutture vecchie ed inadeguate, alle dispersioni di greggio nel sottosuolo, alle emissioni di gas nell’aria. Malattie alla pelle, leucemie, tumori, un’aspettativa di vita più bassa rispetto al resto del paese, sono soltanto alcune delle più gravi conseguenze. Già nel 2011 il rapporto dell’UNEP, evidenziava come i nigeriani residenti nell’area del delta del Niger bevano acqua contaminata da benzene e che molti pozzi sarebbero ormai del tutto inquinati, ipotizzando che per bonificare l’area sarebbero necessari dai 25 ai 30 anni. Le attività associate al settore petrolifero hanno avuto e continuano ad avere significativi effetti negativi sull’atmosfera, sul suolo, sulle acque superficiali e sotterranee, sull’ambiente marino e sugli ecosistemi terrestri. Lo smaltimento degli idrocarburi del petrolio e degli altri rifiuti derivati dalla produzione dello stesso causano inquinamento ambientale, con effetti dannosi per la salute umana, problemi socioeconomici e degrado nei nove Stati produttori di petrolio situati nella regione del Delta del Niger. I problemi associati alla ricerca ed alla produzione del petrolio includono fuoriuscite di petrolio, combustione di gas, gas metano liberato nell’aria anche senza combustione, discariche di rifiuti derivati dalla produzione di petrolio, contaminazione di sorgenti d’acqua, contaminazione del suolo, distruzione dei terreni agricoli e dell’ambiente marino…. Un approfondimento condotto nelle comunità degli stati Ondo, Delta e Rivers rivela come i conflitti legati al petrolio abbiano in realtà numerose sfaccettature. Il conflitto iniziale tra le comunità petrolifere, le compagnie petrolifere ed il governo nigeriano si è intensificato fino a diventare un conflitto all’interno e tra le comunità petrolifere stesse. Le persone sono messe l’una contro l’altra nella ricerca di benefici o di mezzi di sussistenza legati al petrolio. I benefici derivanti dal petrolio possono assumere la forma di contratti per la pulizia delle fuoriuscite di petrolio, sorveglianza degli oleodotti e di progetti di sviluppo. Alcuni attori locali controllano i pochi benefici che arrivano alle comunità dalle compagnie petrolifere e dal governo. Ma la maggioranza della popolazione è emarginata e cerca modi per combattere la propria esclusione da questi benefici e per poter sopravvivere. Le comunità locali escluse da questi benefici tendono a devastare ulteriormente l’ambiente già fragile e le risorse marine compiendo atti di vandalismo degli oleodotti. Altre invece sottraggono il petrolio e lo raffinano artigianalmente per venderlo al mercato nero. Queste attività provocano un circolo vizioso di degrado ambientale, povertà e conflitti.
B) sotto il profilo soggettivo, del contesto in cui deve essere inquadrata la sua vicenda personale ed in particolare del durissimo percorso migratorio. Il richiedente lascia il suo Paese e i suoi affetti dopo aver appreso di aver perso la sua compagna e il figlio che lei aspettava, e già questo potrebbe giustificare uno stato di estrema vulnerabilità. La ricerca di una vita migliore, in ogni caso, anche se fosse dovuta solamente a motivi personali o economici, come poi specificato durante l’audizione davanti al Giudice, lo porta fino in Libia, all’età di 24 anni, dove, appena arrivato a Saba, viene rinchiuso in un carcere. Solo davanti al Giudice riesce a raccontare quanto subito… A tal proposito è purtroppo tristemente noto che le condizioni in cui vivono i migranti in Libia siano a dir poco inumane. E’ altresì evidente che le sofferenze inflitte rientrino nell’accezione di tortura e di trattamento degradante secondo le convenzioni internazionali e la Corte EDU. Trattasi di sofferenze che vanno per ciò solo valutate ai fini della protezione umanitaria… .
Va altresì considerato che il ricorrente, una volta giunto in Italia nel 2017, è stato inserito in un CAS gestito dalla Cooperativa Caribù, che, come è noto, successivamente è stato chiuso nel luglio del 2019 per truffa ed altri reati legati alla gestione dei migranti… . La notizia è riportata anche online ove si legge: “Fra i metodi per risparmiare – aggiunge il procuratore – vi erano sovrafatturazioni e la dichiarazione di un numero di ospiti superiore al reale. Inoltre, si risparmiava sui vari servizi come la pulizia, si sfruttava il lavoro dei migranti stessi e abbiamo portato a galla trattamenti fisici e psichici inaccettabili. Il Gip dice che gli ospiti ‘venivano trattati come bestie”…. .
È in questo contesto che deve tenersi conto del suo sforzo nel percorso di inserimento ed integrazione nel tessuto economico, sociale e culturale italiano… . Tale percorso, quindi, verrebbe vanificato in caso di rientro forzato in Nigeria. In tale situazione, il suo rimpatrio costituirebbe pertanto di per sé una condizione degradante, specie se parametrata alle difficili condizioni di partenza, al percorso migratorio ed all’attuale situazione della zona di provenienza”.
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